Rivolgendosi alla gente del suo tempo, Gesù invitava ad andare a Lui. Questo andare è sinonimo di fidarsi di Lui.
In un tempo come quello che viviamo Gesù ci invita ancora una volta ad “andare a Lui”, a confidare in Lui, come un bambino si fida della mamma o del papà sapendo che in loro troverà ristoro.
Questo fidarsi di Dio, vuol dire anche abbandonarsi a Lui, alla Sua volontà, cosa questa non sempre facile, soprattutto oggi dove vogliamo fare tutto da soli, con le nostre forze.
Quante volte ci capita di volere tutto e subito, di volere che la nostra vita si risolva secondo i nostri piani, secondo quello che noi crediamo sia meglio.
Lottiamo, ci stanchiamo, e molte volte sperimentiamo anche il fracasso dinanzi alle situazioni pensando di fare bene, ma ci dimentichiamo che noi non siamo onnipotenti. Solo Dio sa quello che è meglio per noi e cosa e quando ci conviene davvero.
Quando Gesù dice ai suoi “Venite a me voi che siete stanchi e oppressi”, evidenzia giustamente questo che non si può contare solo sulle proprie forze, o sulle forze di altri esseri umani, che pur essendo nostri amici non possono risolverci la vita.
L’unico indispensabile e su cui sempre dobbiamo contare è Lui!
Fino a quando la nostra vita ruota solo intorno al nostro io, alle nostre forze, e si dimentica di Dio, viviamo in un continuo affaticamento e sembra che la tristezza, l’ansia, l’agitazione e soprattutto la paura prendono il sopravvento su noi.
Gesù invita ancora “Venite a me!”, abbandonatevi a me, fidatevi di me, affidatevi, senza paura “ed io vi darò ristoro”.
Abbandonarsi in Dio genera vari frutti che sono dono dello Spirito Santo, tra questi spiccano la pace e la gioia.
Pace e Gioia, quando vengono da Dio nessuno può toglierle, rimangono in noi a prescindere dalle situazioni difficili che la vita ci proporziona, è necessario però alimentarle con atti di amore e fiducia in Dio quotidianamente per fare esperienza della Sua Misericordia che non ci abbandona mai.
Sr. Emanuela Prisco – CMSS